Maurizio Nichetti

Maurizio Nichetti racconterà al Baff come è nata la sua passione per il cinema, attraverso il poetico e surreale Ratataplan, quasi un film muto, girato con pochi mezzi e con una babele di lingue straniere e suoni onomatopeici, che rese superfluo il doppiaggio e permise di esportarlo letteralmente in tutto il mondo. 

Proiezione:
Sabato 28 Settembre
alle 21.00
Teatro Sociale Delia Cajelli, Busto Arsizio

Ratataplan

di Maurizio Nichetti (Italia, 1979, 95’)

Copia restaurata proveniente dal CSC-Cineteca Nazionale

Regia: Maurizio Nichetti
Attori: Maurizio Nichetti, Lidia Biondi, Roland Topor, Angela Finocchiaro, Edy Angelillo, Giorgio White, Umberto Gallone, Enrico Grazioli, Gaetano Porro, Ione Greghi
Sceneggiatura: Maurizio Nichetti
Fotografia: Mario Battistoni
Montaggio: Giancarlo Rossi
Produzione: Franco Cristaldi e Nicola Carraro per Vides Cinematografica

SINOSSI
Neolaureato, l’ingegnere Colombo si presenta ad un concorso dove, essendo l’unico che ha realizzato un test valido, non viene assunto. Allora si dà da fare come inserviente barista e attraversa l’intera città di Milano per portare un bicchiere d’acqua al moribondo presidente di una assemblea industriale. L’acqua, corrotta per cento avventure, diviene miracolosa e, di conseguenza, al bar accorrono impediti di ogni genere che guariscono. Altri rubano l’invenzione e ne sfruttano il successo. Colombo organizza una cooperativa teatrale – Quelli di Grock – con i tanti disoccupati della decrepita casa proletaria in cui abita. In un cascinale da “Albero degli zoccoli”, il Magic Show della compagnia non soddisfa e tutti sono costretti a fuggire inseguiti dai villici rabbiosi. L’ingegnere, allora, comincia a pensare alla ragazza più bella del palazzo che, tuttavia, non lo prende in considerazione. Creato un Robot con le proprie sembianze, Colombo lo dirige in maniera da farlo ballare con “la Bella” alla moda di un irresistibile Travolta. Tutto fila bene sino a che un elemento del complicato sistema elettronico non si inceppa e il Robot si ubriaca volgarmente. Allora Colombo accetta l’invito della “Bruttina” e con lei si reca a fare allegre pazzie in un variopinto deposito di stracci.